Ti saluto Roma: io torno al sud!

Quando giunsi a Roma oramai 6 anni (e qualche mese) fa avevo poche certezze. La prima: lasciare Bologna, nonostante fosse divenuta insopportabile, mi fece più male di quanto potessi immaginare. La seconda: aver scelto Roma perchè, a differenza di altre città, mi innamorai dei romani e del loro spirito gioviale, approccio alla vita molto meridionale.

L’ultima, forse la più forte, la più sentita: Roma era solo una tappa nel mio viaggio di riavvicinamento alla terra madre, alla mia vera ed unica patria, la Calabria.
Oggi è finalmente giunto quel giorno che ho sempre sognato sin da quando me ne andai nel ’99.

Non smetterò mai di ringraziare i miei genitori per avermi dato la possibilità di studiare fuori … e poi me stesso, per aver avuto la tenacia, la costanza e la testa dura, tipica di un buon calabrese, di ricercare con caparbietà tutte le opportunità che più ritenevo interessanti per la mia vita. L’esperienza di Bologna, e poi quella romana, mi hanno permesso di entrare in contatto con tantissime persone tra di loro profondamente diverse, con punti di vista ed approcci alla vita che mi hanno fatto diventare quello che oggi sono.

Tutti quelli cui lo racconto con estrema felicità mi dicono: ma perchè torni? oppure, che torni a fare?

Beh, io vi rispondo: perchè non dovrei tornare?

Troppo spesso si vede ciò che c’è “fuori” dalla calabria come una mecca dorata, dove tutto funziona meravigliosamente. Penso, invece, che ogni posto, ogni luogo, a modo suo sia perfetto per viverci a patto che dentro di noi ci sia il giusto equilibrio e quegli occhi sempre sognatori, rivoluzionari, per guardare con senso critico tutte le sfaccettature del territorio che ci ospita.

Ed ecco quindi che la Calabria si schiude come una terra fantastica, ricca di opportunità, una terra dove ancora convive quella socialità che nelle città/megalopoli si è andata progressivamente perdendo.
Una terra fatta certamente di mille contraddizioni, ma reale connubio di mari , monti e campagna che si fondono in un eccezionale gioco naturale.

La terra dove senti fortissimo il richiamo del mare ed il suo odore che tutto pervade. E poi l’odore delle zagare che fioriscono in primavera, la visione del sole che cala a picco sul mare, con colori dalle tonalità così forti che chi ha la fortuna di osserverle non può di certo dimenticarle.

Torno sapendo che , come ogni spostamento e scelta di vita, sarà difficile e nella sua difficoltà contiene una sfida, quella di riuscire a portare sul territorio, come atto di responsabilità, l’esperienza accumulata in questi anni.

Torno al sud con la consapevolezza che sia una scelta di vita.
Arrivederci Roma

Grazie a stefano costantino per avermi gentilmente dato il permesso di pubblicare la sua foto 🙂

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Franceschini, la SIAE e la APPLE, una storia tutta italiana

L’altro ieri ho avuto la sfortuna di ascoltare Boccia su TgZero (RadioCapital) che, da grande scienziato dell’economia qual è, difendeva le prese di posizione di Franceschini.

Ora, avrei voluto scrivere tanto, ma il buon Mantellini e Guido Scorza hanno sapientemente riassunto il mio punto di vista.

Mi permetto solo di aggiungere una domanda: come mai nessuno di questi due fenomeni ha iniziato una “battaglia” (come amano definirla) contro la FIAT che non solo ha deciso da poco di spostare la propria sede all’estero e quindi di non pagare più le tasse sul territorio italiano, ma ha anche ricevuto soldi e finanziamenti e sussidi dallo stato italiano al contrario di APPLE e tutte le altre multinazionali oggetto della diatriba dei due scellerati

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Una giornata infernale: la reazione dei clienti

Ieri è stata una giornata infernale , da un punto di vista aziendale, e mi dà lo spunto per tornare a scrivere su questo blog [oramai, a mio malincuore, un pò abbandonato].

Cosa è successo

Siamo rivenditori ufficiali di Site5: azienda di hosting e server cloud americana. A causa del perdurare (a dire loro) dell’eccessivo consumo di risorse dei siti dei nostri clienti, decidono unilateralmente, senza darmi il tempo di rispondere, di fare un upgrade del sistema verso una soluzione VPS. A dir loro, questo avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi (peraltro mai riscontrati dal sottoscritto, se non in rarissimi casi all’interno dell’arco di un anno).
Invece, questa scelta, ha dato inizio ad una sequela di disservizi e “down” del server , roba da rabbrividire!!! … fino ad ieri, quando decidono di eliminare la nostra vecchia soluzione (alla quale saremmo dovuti rientrare risolti i problemi di spreco di risorse di memoria) creando così un down totale di tutti i siti web dei nostri clienti.

Reazione aspettata: ti chiama il cliente.
Difatti, ieri mattina ho ricevuto un bombardamento di telefonate da tutti, anche da quei clienti che, per la verità, ci sarebbe da dire che quando devono saldare le fatture si fanno attendere oltre modo, ma tralasciamo questo aspetto.

La soluzione

Dopo un’intera mattinata passata, soprattutto Domenico per la verità (che non ringrazierò mai abbastanza per la pazienza e la professionalità dimostrata), a riconfigurare tutta la nostra infrastruttura e quindi assicurarsi che tutti i siti funzionassero correttamente, ieri sera tutto sembrava tornato alla normalità. Daltronde, per site5 è come se non fosse successo nulla.

Cosa mi è rimasto

Un senso di inadeguatezza ma soprattutto di scoramento.
Scriverò qualcosa che sicuramente mi creerà qualche problema, ma poco male. Ciò che ho notato è quando si è creato il problema, si son fatti sentire tutti (a buon ragione si capisce) anche con un’insistenza che a mio avviso è sfociata nel paradossale, visto che davanti a problemi legati al DNS (ricordatevelo sempre) non si può dare una tempistica precisa di risoluzione.
Ciò che ho notato, invece, una volta risolto il problema, è che nessuna delle persone coinvolte si è degnata di farci una telefonata per dirci “è stata dura ragazzi, ma vi ringrazio per aver risolto il problema”.

Perchè?

Perchè oramai viviamo in una società dove tutto è dovuto, dove tutti sono stressati e si è completamente perso il rispetto per il lavoro altrui (e la persona in generale). Ognuno ha un unico obiettivo: salvare il proprio tornaconto personale, è una società fatta di singoli, dove ahimè il concetto di gruppo è caduto inesorabilmente in disuso.

E’ tutto molto triste, ma guardiamo il lato positivo: quantomeno so che per riuscire a parlare con i clienti che non pagano sarà sufficiente oscurare (volutamente o meno) il loro sito 😀

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Il senso della vita

Suicidio ad Ercolano

Oggi volevo scrivere alcune riflessioni nate da una domenica passata in campagna … E poi però ho visto la foto dell’uomo che si è suicidato ad Ercolano, ho visto i servizi dei TG ed ho ascoltato le persone del piccolo paese campano …

Sono allibito da come ci si possa suicidare con un gesto così eclatante, ma sono ancora più allibito dai motivi: si può morire nel 2013 per una mancata assegnazione di un posto davanti al proprio negozio?
Forse la vita ha preso una piega molto strana, una piega per la quale il valore che le diamo è meno che zero … Siamo tutti così vorticosamente attratti verso il materialismo e l’egoismo della società nella quale viviamo, che siamo, forse, un pò troppo distratti dal vero valore della vita stessa.

Sento tanti che parlano di storia, si vantano di conoscere e raccontare un pò tutti i fatti e i personaggi di questo sciagurato Stato. Ma allora perchè non ci ricordiamo che siamo un popolo di emigranti? Perchè non ci ricordiamo che una volta si faceva la fame, se riuscivi a trovare un tozzo di pane era super lusso …

Dobbiamo trovare [velocemente] il modo di tornare a quei valori e principi di base …

(foto metropolisweb.it)

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Voti capitolini 2013

Se hai scrollato fin qui, meriti un applauso …
Quella che vedi in foto è la scheda elettorale sulla quale dovranno votare tutti i cittadini romani. Mentre tutti i giornali si cimentano in questa “lotta” a chi sia riuscito nella mirabile impresa di svuotare le piazze (la qual cosa sembra la solita ridda sui numeri tra questura/manifestanti), mentre il senato della repubblica (che merita di essere scritto in minuscolo) si ricorda di accordare le dimissioni ad uno dei candidati, che casualmente è lo stesso candidato che ha proposto un biglietto per i mezzi pubblici da 5 euro per tutti i non residenti, mentre succede tutto questo, i romani, cosa fanno ?!

I Romani, residenti o meno che siano, subiscono in perfetto silenzio e si cimentano , a loro volta, nel più classico “vota antonio” di decurtissiana memoria: c’è chi fa una causa di vita contrastare Alemanno (esponente PDL), c’è chi fa lo stesso contro Marino (esponente PD) … Insomma, è una città in cui le elezioni contano tantissimo. E sapete perchè la gente si anima tanto per le elezioni?
Perchè le elezioni a Roma sono un business più che in altri comuni. Avere un proprio “amico” al Comune, o al Municipio che sia, vuol dire avere garanzia di soldi a pioggia per la propria azienda, cooperativa o famiglia. Sì perchè nell’incivile Roma, gran parte dei lavoratori sono attaccati alla mammella dello Stato, e ne succhiano linfa vitale a più non posso, non preoccupandosi di come siano arrivati nel loro bel posto di lavoro, non preoccupandosi delle conseguenze dei propri gesti.

In sostanza, Roma è una città morta, ma è morta perchè lo sono i suoi cittadini, affetti dal virus dell’inciviltà e di un menefreghismo egoico che quasi mi fa terrore. Non sarà certo un sindaco a poter risolvere un tale grado di bassezza morale e civile, ma sicuramente sarà un sindaco a far contenta questa o quella famiglia, perchè da martedì qualcuno avrà tanto di cui gioire.

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Milano

La scorsa settimana sono stato a Milano per un paio di giorni per motivi di lavoro ed è stata occasione per molti spunti di riflessione. Una città sicuramente europea, sotto tanti aspetti; un cantiere aperto in vista dell’Expo con costruzioni molto europee: la torre Unicredit, il più alto grattacielo d’Italia progettato da César Pelli, è davvero affascinante, soprattutto perchè affiancato da un classico esempio di architettura eco sostenibile (vedere alberi piantati sui grattacieli ti dà veramente delle strane sensazioni).

Poi, però, giri per la città, ti confronti con varie realtà e le persone che la vivono e scopri che, come spesso accade, non è tutto oro ciò che luccica.
Appena arrivato a Milano, esco dalla stazione e scopro che un ragazzo di 23 anni (se non sbaglio) si è suicidato buttandosi sotto la metro. Provo subito grande tristezza per questo gesto ma, parlando con la tassista che mi porta in ufficio ed alcuni miei amici, scopro che per loro è più un fastidio, per il disagio causato da questo estremo gesto.

Questo modo di vedere la vita, questo modo di vedere ed interpretare ciò che gli altri fanno, è l’ennesima dimostrazione di una società che ha in definitiva perso la propria bussola. Stiamo sempre più andando verso un modo di vivere dove vengono esaltati i singolarismi e quindi inevitabilmente il distacco della società, facendo probabilmente aumentare il disagio di chi, invece, avrebbe sempre più bisogno di una parola di conforto.

Tristezza

(foto urbanlife)

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Investimenti in italia nel 2013

Ricordo che da piccoli giocavamo sempre con le figurine, sedendoci sul muretto, a terra o dove capitava. Non c’era alcun premio in soldi, l’obiettivo era vincere le figurine dell’avversario.

Poi si cresce, inizi a fare sport, ti avvicini magari agli stadi, hai una squadra del cuore e vuoi o non vuoi senti parlare di totocalcio prima, di scommesse poi. Inizi a curiosare in giro per l’europa alla ricerca di informazioni interessanti, in modo da avere maggiori possibilità di vincita. E di nuovo, sebbene qui il premio in soldi c’era (ipotetico), non era quello l’obiettivo, il vincere si racchiudeva nel gusto di superare una sfida.

Poi si cresce ancora, vivi in un sistema capitalistico e non puoi non notare l’importanza che la società dà ai soldi. Apri un’azienda e, per quanto si cerca di portare avanti un business etico, devi comunque confrontarti con termini che, vuoi o non vuoi, abbiano come obiettivo quello di portare moneta sonante.

Gli investimenti in Italia, già questi sconosciuti.
Ci sono varie forme di investimento, magari il superenalotto?
No, direi che quella è evidentemente una scommessa a perdere, da tutti i punti di vista.

Ci sono poi personaggi che finanziano partiti con 710 mila euro e poi diventano magicamente sottosegretari.

Beh che dire, era molto meglio giocare alle figurine

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Distacco incolmabile a Palazzo chigi

sparatoria_palazzo_chigi

Questa foto, presa da Facebook*, rappresenta bene la situazione di questo paese.
A destra ridono, scherzano nel giorno in cui si siedono sulla tanto ambita poltrona
A sinistra un’ambulanza porta via i feriti della sparatoria avvenuta davanti palazzo Chigi.

A prescindere dai motivi che salteranno fuori più o meno strumentali, mi sembra una delle immagini che meglio definisce il distacco, oramai oggettivamente incolmabile, che divide chi ci governa da chi vive e soffre tutti i giorni una situazione di crisi.

Poi, un giorno, ci diranno come mai nessuno li abbia informati di ciò che avveniva fuori

*: non riesco a trovare il profilo da cui ho preso questa foto (per cui chiedo scusa per l’utilizzo:D)

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Analisi spettrale di un calcio malato

Coreografia borussia dortmund

Sono mesi oramai che tra radio, tv e giornali leggo sempre la stessa tiritera: dobbiamo costruire stadi nuovi, privati, per aumentare il fatturato delle nostre società e poter competere con gli altri campionati esteri. Ed è un pò anche il messaggio che passa leggendo l’articolo di Timothy Ormezzano su Repubblica:

Maledetta recessione anche italiana, soprattutto italiana. Non è facile correre tra le grandi d’Europa con le stampelle della crisi nazionale: mentre fai un passo avanti, i tuoi avversari ne hanno già fatti due.
[…]
Già, questione di budget. Non è facile andare alla guerra con le armi di cartone, scontrarsi con superpotenze che fatturano il doppio.

In tutta onestà non credo che il problema sia solo nel fatturato delle nostre società, è, piuttosto, un problema di cultura manageriale/sportiva. Oggettivamente, negli altri paesi, vedi Inghilterra, dove si spende molto ma molto di più che in Italia, non ottengono risultati incoraggianti (anche e soprattutto a livello di nazionale).
Credo che i tifosi non vadano allo stadio, almeno parlo per me, non perchè gli stadi siano brutti e fatiscenti (che poi è tutto da dimostrare), bensì perchè (forse):

acquistare oggi un biglietto per una partita di calcio è un dramma, si parla di richiedere la tessera del tifoso (per chi non ce l’ha), consegnare documenti e di fare spesso file incredibili;
– recarsi allo stadio, in città come Roma, è davvero un viaggio anche se si parte da quartieri piuttosto centrali

Allora forse, i presidenti piuttosto che pensare al loro guadagno personale e a mirabolanti azioni di cementificazione del suolo italiano, farebbero meglio a studiare delle vie alternative, programmatiche e di gestione del sistema calcio meno fondate sui soldi e più fondate su valori veri.

Non voglio una premiere league in italia. Voglio il calcio italiano in italia!

( foto via blog.paddypower.it )

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Il papa gesuita Francesco I

Oggi sono rimasto basìto da quello che ho visto per l’elezione del papa. Sui social, il tema principale era l'”habemus papam”, mentre la piazza di fronte al Vaticano era stracolma di persone. Persone, in attesa che gli venisse annunciato il loro nuovo padre spirituale, senza che nemmeno lo conoscano, acclamandolo a mò di dogma.

E sono quelle stesse persone che, da un lato si scandalizzano quando gli islamici scendono in piazza, definendoli invasati, ed allo stesso tempo si impietosiscono per le storie di dolore raccontate dalle Iene, per tutti quei bambini che non possono usufruire delle staminali come ultima ratio medica. Le staminali tanto osteggiate da quella Chiesa che oggi vede salire sul trono di Pietro un papa gesuita.

Sarebbe meglio informarsi prima di acclamare. Si potrebbe scoprire, per esempio, che i gesuiti sono un ordine militare e come tale hanno un lungo palmares nella loro centenaria storia. E difatti, da buon gesuita, il papa si è presentato parlando di evangelizzazione …

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Sulle dimissioni del papa: come si vestirà Ratzinger?

Nella storia della Chiesa sono solo 2 i papi che si erano sinora dimessi (a parte quelli in epoca romana): Celestino V e Gregorio XII.
Ieri si è aggiunto a questa lista Benedetto XVI.

Ora, avevo sempre visto la figura del papa come un highlander, una di quelle posizioni solide che, non so, non avevo idea potessero decidere di smettere di fare quel lavoro. E’ proprio vero che nella vita non si finisce mai di vedere cose nuove 😀

Ma la domanda che ieri mi sono posto è: come si vestirà Ratzinger dall’1 Marzo? Di Nero? Perchè, se si vestisse di nero a me vengono in mente queste parole:

Ed ecco vidi sette angeli, sopra un carro tirato da sette leoni, ognuno dei quali aveva sette teste. Si spostavano come il vento di tramontana da oriente verso l’occaso.
Il capo degli angeli con livrea rossa e mitra in testa mi rapì con una rete degli uccelli, mi sollevò sul carro che volava e mi fece vedere cosa accadrà alla fine dei tempi.

Dalla sua bocca uscivano lingue di fuoco, mi disse: Io sono Zorobabele, nell’anno quinto del secondo millennio,dopo la luna piena di marzo in cui si celebra la festa dei pani azzimi,al settimo giorno verrà a rapire come ho fatto con te il penultimo papa che mi rappresentava sulla terra.

Riusciranno ad eleggerne uno di colore nero come la notte che introdurrà il matrimonio tra i consacrati, anche le suore si sposeranno ed avranno numerosi figli, sappi che quando succederà questo sarà la fine

Zorobabele, allievo di Nostradamus

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Buon 2013

Il 2012 è volato via: è stato l’anno della parola “crisi”. Mi piace ricordare il pensiero di Einstein:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”

Credo che l’esempio di Evermind sia positivo per tutti i ragazzi (e non) che vivono male oggi, per paura del domani. Credo che il talento di ognuno di noi non vada sprecato e che la passione debba essere la leva per costruire un mondo migliore.

Il mio augurio è che tutti, nel 2013, possano impegnarsi a sfruttare il proprio talento seguendo le proprie passioni, con la convinzione che la determinazione è la leva per poter contribuire ad un domani migliore di oggi.

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Sir Alex Ferguson: una statua vivente

Per chi segue il calcio, Sir Alex Ferguson è un mito assoluto.
Per chi del calcio ne fa un lavoro, Sir Alex Ferguson è un altro tipo di allenatore: paragonabile a nessuno tra i vari Capello, Guardiola, Mourinho …

I tifosi del Manchester United gli hanno dedicato il giusto tributo dopo 26 anni in panchina 🙂




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Tifosi presidenti

Ho già espresso la mia recente avversione per il calcio italiano, ciò di cui non mi capacito è come sia possibile che ogni qualvolta tento di avvicinarmici nuovamente, fanno di tutto per farmi passare la voglia.

Guardo a ciò che è successo questa domenica: rigori, non rigori, presidenti che si lamentano degli arbitri, altre squadre chiamate in causa perchè hanno *palesemente* la coda di paglia (visto che non vi era stato fatto alcun riferimento esplicito). Che palle!
Ma possibile che non si possa semplicemente fare un ragionamento del tipo: abbiamo pareggiato? bene, la prossima volta cercheremo di vincere.
No, in italia il ragionamento è: abbiamo pareggiato? E’ colpa dell’arbitro, o di questa o quell’altra squadra che ci ha rubato la partita.

E’ veramente esasperante tutto ciò.
Bisognerebbe riportare un pò tutto su un piano più sportivo e meno polemico.
Questa isteria non fa sicuramente bene al calcio, e poi non si lamentassero se gli stadi sono progressivamente sempre più vuoti ….

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Le pagine aziendali su Pinterest

Per gli amanti dei social network, Pinterest ha pubblicato la notizia del rilascio delle pagine aziendali 😀

E’ innegabile che, per i social addicted che fanno di quest’attività un lavoro, anche a livello aziendale, è fondamentale poter avere a disposizione strumenti con profilo business.

Aggiornamento: su Evermind potete trovare una comoda guida su come attivare le pagine aziendali su Pinterest

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La crisi

La crisi

Giorni addietro ero da un cliente e ho notato un bel poster sul muro. C’era il faccione di Einstein e riportava, subito sotto, un estratto dal libro “Il mondo come io lo vedo”

Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.

E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.

L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.

Ora, non avevo mai letto questo estratto eppure rappresenta benissimo ciò che io penso sulla crisi ed è il motivo per cui ho deciso di fondare Evermind.

Tuttavia, mi rendo che il numero di persone che si lamentano, frignano, parlano tanto e agiscono poco, è in aumento sconsiderato. Spesso, me ne sento circondato.
La polemica [sterile], il parlare [troppo] non conduce da nessuna parte. Bisogna agire

Nota: l’immagine è presa da zingarate

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Il nuovo vestito di Evermind

Nuova veste grafica sito web Evermind

E’ stato un lavoro lungo, perchè l’abbiamo dovuto incastrare tra mille altre attività che, a prescindere dalla nostra volontà, portano via del tempo.
L’importante è che alla fine siamo riusciti a dare un nuovo vestito ad Evermind.

Il progetto e la realizzazione di un nuovo sito web è un’attività molto complessa ed articolata. Si deve cercare di razionalizzare tutte le informazioni che si vogliono comunicare, ma lo si deve fare tenendo comunque in considerazione che la qualità del lavoro deve per forza di cose emergere.

Qualità che, non deve essere solo di immagine, ma anche nella struttura e coerenza generale delle diverse pagine del sito e nel codice che si scrive (non bisogna dimenticare che il target comprende anche tutti i professionisti dell’IT).

Capita, quindi, che si ritorni spesso sui propri passi, per poi soffrire, a ridosso del golive, della paura della prima volta. Questa paura attanaglia tutti, non solo chi sta per pubblicare un sito web, ma anche chi inizia un nuovo lavoro, chi deve prendere scelte difficili nella propria vita. Bisogna superarla, bisogna buttarsi perchè solo confrontandosi con il mondo esterno si può avere la reale percezione del lavoro che si produce.

Per cui navigate il sito di Evermind in lungo e largo e fatemi sapere cosa ne pensate !!! Ogni consiglio, ogni nota, ogni percezione di un occhio diverso dal nostro, può sicuramente giovare alla buona riuscita ed alla crescita del progetto.

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Calcio inglese vs Calcio italiano: la Premiere League

Premiere League

Un mio carissimo amico, con il quale ho perso qualsiasi tipo di contatto (ma è fisiologico nel corso della vita di ognuno di noi), già dieci anni fa decantava le lodi del calcio inglese. Sosteneva la sua superiorità, anche e soprattutto in termini di coinvolgimento.

Noi, gruppo di amici, eravamo troppo presi dalla presuntuosità italiana, sostenendo la superiorità del calcio italiano, in termini di tecnica e di tattica.

Oggi, mi ritrovo a non seguire più il calcio italiano (se non in particolarissimi eventi), ed ogni sabato, ore 14 (circa), l’appuntamento fisso è su Sky per poter assistere a quello spettacolo chiamato Premiere League.

Stadi sempre pieni, tifosi galvanizzati e sempre accanto alla propria squadra, campi di gioco sempre perfetti, verdissimi, ma soprattutto tanta tanta intensità!

L’esatto opposto della situazione in cui versa il calcio italiano

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Alemanno vs HuffingtonPost

Sulla diatriba Alemanno vs Annunziata e sulla illegalità dell’aver pubblicato le foto del proprio figlio, mi colpisce molto di più che HuffingtonPost consenta la pubblicazione di foto prese da Facebook con sopra il proprio logo (come se le avessero scattate loro) e senza citare o riportare alcun tipo di link [tipico atteggiamento del più becero giornalismo italiano]

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Non funziona

Non funziona

Se sei uno sviluppatore, quante volte ti sei sentito dire il generico “Non funziona” ? Il sottoscritto, negli ultimi 27 giorni … parecchie volte.
Non sono il tipo di persona presuntuosa che si mette nella classica posizione del “io non sbaglio mai”, anzi tuttaltro, cerco sempre di avere un approccio flessibile e quanto più possibile comprensibile nei confronti di tutti, clienti compresi. Ne discende che sicuramente ho le mie colpe per essermi sentito dire così spesso “non funziona”.

Ciò che noto, però, è che sempre più spesso il “non funziona”, il “lo voglio fatto così” (altra tematica cara a noi sviluppatori) è la frase cui tutti si riempiono la bocca, spesso senza avere la minima cognizione di causa su quelli che potrebbero essere gli effetti sul sistema che stai sviluppando.

Entriamo nel dettaglio: cosa vuol dire “non funziona” ?

Da un punto di vista tecnico, può voler dire tutto e niente.
Dal punto di vista del cliente/utente vuol dire una cosa una cosa precisa: il software non fa quello che ci si aspetta.

Il nodo del problema sta tutto qui: il diverso punto di vista. Chi circuita nel mondo dello sviluppo ha bisogno di certezze, di precisione quasi matematica, nella segnalazione della problematica (che deve essere riscontrabile sempre e comunque e non random). Chi, invece, è dall’altro lato della scrivania si aspetta “tutto e subito”, ed oltretutto non ha spesso quella flessibilità mentale di cercare di capire che spendere 5 minutini in più per descrivere esattamente cosa sia successo sul sistema, facilita il lavoro a chi il problema dovrà andare a risolverlo e, conseguentemente, anche a chi il problema l’ha segnalato.

Sto sviluppando una personalissima idiosincrasia verso il “non funziona”. Speriamo passi presto, perchè è una prassi troppo comune per sperare che il cliente medio, l’utente medio, possano improvvisamente illuminarsi d’immenso (cit.)

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Phoenix Suns Make Symbolic Statement With New Jerseys In Opposition To Immigration Law

Offenses can throw out an entire philosophy only by changing their play calling, and in which what you will expect this week in fantasy football. The Jayhawks were one in the few teams to hold Nebraska to under total yards and the Huskers got two defensive touchdowns to pad the particular margin. At the start, solid colors of white and dark were standard.

Simply were the Huskers skunked, but this was the fifth straight bowl loss for Nebraska — all to speedy teams from the South — and the margins of loss were growing increasingly wider. But, that’s okay, too-how much money, after all, does a swell guy like Tim Tebow need, anyhow? Graphic categories include animated backgrounds, celebrities, colorful, abstract, bright, blue, cars, designer, black and white, animals, sexy, girl urban, double backgrounds, dark, grunge, bling watch, preppy, college, pop artist, rap, seasonal, retro, religious, simple, nfl, happy, Nike, movies, Native-American, Guyish, model, Playboy, Military, games, fantasy, food, candy, horror, and a few other original image. And Coach Snyder’s men had reason to be confident. With so much focus on free agent busts, uneven quarterback play, and too little continuity throughout the last decade, on-line . forget that Washington’s kickers have been, for essentially the most part, forgettable, and under : have been awful.

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