Romanzo Criminale

Era da tanto, troppo tempo, che volevo andare a vedere questo film al cinema.
Non sono mai stato un grande estimatore del cinema italiano, ma da un annetto a questa parte devo dire che lo sto riscoprendo e, forse sbilanciandomi un pò, posso affermare che un buon 90% dei film che ho guardato al cinema in questo ultimo periodo sono proprio italiani. In particolare, mi attirava l’idea avuta dal regista Michele Placido (davvero stupefacente dietro la cinepresa) del voler raccontare gli avvenimenti succedutisi in Italia dalla fine degli anni ’70 fino a Mani Pulite, attraverso la storia della Banda della Magliana.
Gruppo criminale creato dal Libanese (PierFrancesco Favino), affiancato dai suoi amici d’infanzia: il Dandi (Claudio Santamaria) e il Freddo (Kim Rossi Stuart), in seguito al rapimento e poi all’uccisione del barone Rosellini, composto da gente proveniente dalla strada, affamata e vogliosa di conquistare il "potere" della Roma criminale.
Dopo i primi colpi, per lo più rapine, iniziano a introdursi nel giro della prostituzione e del traffico di droga, prendendo contatti con la cupola siciliana nella persona del boss Nitto Santapaola, finanche con il Sismi e la P2, quindi ottenenendo l’appoggio e la copertura dei potenti in cambio di alcuni "favori".
Dalla parte dei buoni troviamo il commissario Sciajola, interpretato da un ottimo Stefano Accorsi, che riesce a sgominare la banda intrecciando una pericolosa relazione sentimentale con il Dandi, colui che diventerà il vero e proprio capo in seguito ad una serie di vendette trasversali che scuotono la Banda della Magliana dal suo interno fino al portarla alla disgregazione.

Gran montaggio, mi è piaciuto soprattutto per gli intermezzi con documenti reali risalenti al tempo dei vari avvenimenti (omicidio Moro, la strage della stazione di Bologna, attentato al Papa). E’ un ottimo esempio di come la gente possa imparare dal cinema ciò che a scuola non si studia: la storia recente del nostro Paese

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