Un genio! Non ci sono altre parole per definire la personalità di Howard Marks, aka Mr. Nice, uno dei più grandi spacciatori di marijuana durante gli anni ’70, un genio, una persona fuori dal comune che alla violenza ed alla forza bruta ha sempre preferito far funzionare il cervello.
Laureato ad Oxford in fisica, inizia a spacciare trasportando grossi quantitativi di hashish,che nasconde nelle vetture che lui stesso guida in giro per l’Europa (Germania, Inghilterra, Irlanda). Fu arrestato a Palma de Maiorca (Spagna) dalla DEA, per poi essere estradato negli USA, dove ha scontato una condanna a 25anni nel penitenziario Terre Haute (Indiana), uno dei carceri più duri di tutti gli Stati Uniti. E’ stato un genio, uno spacciatore fuori dalla norma: si è sempre rifiutato di spacciare droghe pesanti, come la cocaina, che gli avrebbero consentito di fare molti più soldi, ma facendolo entrare in un giro non suo.
Questa autobiografia racconta degli oltre 40 alias utilizzati per girare il mondo con passaporti falsi, per scappare, per sette lunghi anni, dall’Interpol; racconta di come questo uomo si sia fatto accettare dalle famiglie pakistane ed afghane come uno di loro, e non come un mero commerciante europeo. Racconta dell’amore per Judy e per i suoi figli, dell’amore verso i propri genitori e di come sia stato uno degli uomini più coerenti di cui io abbia mai sentito parlare (nonostante in carcere di massima sicurezza, e nonostante la moglie sia stata a sua volta ingiustamente e senza alcuna prova arrestata dalla DEA, si è sempre rifiutato di diventare una spia). Racconta delle innumerevoli aziende di cui era proprietario: agenzie di viaggio (le prime ad effettuare le tratte Bangkok-Cina, Taiwan-Cina; centri benessere nei più lussuosi alberghi di Singapore; aziende produttrici di cartine – tutte nate per nascondere ciò che Malik chiamava il ‘mother-business’ (lo spaccio di hashish ed erba).
Howard Marks nella sua vita ha avuto contatti praticamente con qualsiasi tipo di personaggio: è stato al servizio dell’MI6 e della CIA, ha lavorato fianco a fianco con la Mafia (siciliana e americana), con i ribelli afghani e perfino con gente interna all’IRA.
E’ stato sicuramente una delle personalità di cui si è parlato di più negli anni 80 su tutti i giornali inglesi. A differenza del tipo di spacciatore presentatoci dal film Blow, qui si vede la figura di una persona che non spaccia solo per fare soldi, anzi! Howard Marks si godeva le sue droghe, e dal libro si evince con molta forza quanto gli piaceva (e probabilmente piace ancora) fumare erba e hashish di qualità. Al contrario di George Jung, Howard Marks aveva un ottimo rapporto con i propri genitori che l’hanno sostenuto per tutta la durata della sua prigionia, perfino economicamente e questo si rifletteva sul rapporto con i figli che gli sono stati costantemente vicini fino alla sua scarcerazione, avvenuta nell’Aprile del ’95.
Non so dove sia Howard Makrs, non so cosa stia facendo, ma son sicuro che in questo momento si stia facendo un gran bel cannone, e che se lo godrà alla faccia della DEA e dell’agente Lovato.