Tempo fa commentai la notizia delle presunte plusvalenze: in sintesi, si trattava di uno scambio di giocatori di terza fascia a prezzi stratosferici (attualmente alcuni di loro militano in squadre di serie C), di modo da gonfiare i bilanci.
Era il mese di gennaio ed il calcio italiano usciva da una lunghissima serie di severe punizioni per reati di vario tipo: c’era chi sistemava i calendari ad hoc, c’era chi gestiva un sistema con tanto di arbitri e dirigenti asserviti, c’era chi gestiva la compravendita di giocatori di mezza Europa e c’era chi, da tutta questa storia, si vantava di essere immacolato – come il sedere di un neonato.
Sono passati quasi 5 mesi e siamo giunti alla conclusione dell’inchiesta preliminare. Ecco cosa salta fuori:
Se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie l’equilibrio finanziario sarebbe saltato e l’Inter non avrebbe superato i parametri richiesti per l’iscrizione al campionato 2005-2006
Dopo i passaporti falsi (mai realmente puniti), dopo aver falsificato la firma di alcuni giocatori sui rispettivi contratti (mai provato e mai puniti), dopo l’aver preso accordi con giocatori di proprietà di altre società senza avere accordi scritti con queste ultime (mai puniti), dopo aver fatto pedinare giocatori per capire che tipo di vita conducessero (sebbene colpevoli con tanto di prove, mai realmente puniti – si parlò di prescrizione del reato) dopo averci frantumato i gioielli di famiglia per mesi con la tiritera "noi siamo puliti … lo scudetto dell’onestà, ecc. ecc.", adesso si scopre che non potevano iscriversi al campionato.
E’ pur vero che in qualsiasi paese realmente democratico, non si è colpevoli fino a prova contraria. Ma credo che la Covisoc basi le sue accuse su dati certi e matematici altrimenti non si sarebbe avventurata in un’inchiesta del genere. Nel calcio italiano non esistono casi analoghi a questo – se non, paradossalmente, quello del Genoa di Preziosi sebbene fosse tutta un’altra storia. Moratti, però, dice di essere tranquillo .. e se è tranquillo lui, possono esserlo anche tutti i tifosi di calcio: le società sono autorizzare a truffare, imbrogliare, ecc. ecc. basta avere un patrimonio alle spalle di centinaia di miliardi, se non sei un pesciolino non ti fanno nulla.
Tuttavia qui si pone un problema di credibilità: se anche chi si riteneva pulito in effetti non lo era, non sarebbe il caso di essere molto più severi e meno flessibili, ma soprattutto di scrivere regole CHIARE?? Non sarebbe il caso di smetterla di fare gli italiani, e affrontare il problema seriamente? L’ho detto più volte, questo non deve essere considerato uno sport, ma un business, e come tale va assoggettato alle regole della quotidianità. Se io non dovessi pagare mezzo cent di iva, o mezzo cent di INPS, domani la guardia di finanza si presenterebbe alla mia sede legale per farmi delle domande. Ma io sono io, non mi chiamo Moratti e non ho nè un impero petrolifero, nè fratelli vari sparsi tra tutti i più potenti partiti politici.
Sono proprio curioso di vedere cosa si inventeranno per uscire da questa storia ..