Beppe Grillo ed il v-day: ecco perchè non ero presente

50 mila persone in piazza maggiore a Bologna.
300 mila firme raccolte in tutta Italia (900 a Reggio Calabria – sintomo che la gente del sud ci crede poco o solo per via della concomitanza con Festa Madonna?).

Inutile negare che sia stato un successone, soprattutto perchè stiamo parlando di un "evento" la cui unica forma pubblicitaria è stata il blog (irraggiungibile da ore) ed il passa-parola digitale tra gli interessati. Inutile negare che le idee, i concetti di fondo, siano sicuramente validi e vadano a toccare i punti nevralgici di un malessere italiano ben più diffuso di quanto possano pensare un Casini o un Prodi qualsiasi. Lodevole anche proporre una legge che, se mai per un qualsiasi errore venisse approvata, non consentirebbe al suo promotore di essere eletto al Parlamento (per chi non lo sapesse il sig. Grillo è stato condannato per omicidio colposo nei primi anni 80) – e di questo gliene va dato atto

Però …
Si c’è un però.

Il però è che sono tutte proposte portate avanti da gente normale, ma che saranno comunque soggette all’approvazione della casta. La stessa casta che da un anno si sente ripetere che spende troppo e nulla fa per invertire questa tendenza. La stessa casta che se ne frega dei referendum popolari. La stessa casta che da anni ripete che si deve modificare la legge elettorale, parla parla parla e, nel 2007, siamo ancora qui con la vecchia e criticatissima legge di cui sopra. La stessa casta che, prove alla mano, annovera personaggi discutibili e pluri-indagati dalla magistratura. La stessa casta che annovera al suo interno personaggi dediti a festini e all’uso di droghe – senza che nessuno possa dire o fare veramente qualcosa. La stessa casta che acquista appartamenti nel centro di Roma a prezzi stracciati.

E allora, ancora qualcuno crede che queste manifestazioni di piazza servano a qualcosa?
Dove sono i girotondini? Dov’è Moretti ora? Che fine ha fatto la sua tanta decantata onestà morale? Scomparso Berlusconi dal governo non ha più senso protestare?

E’ preoccupante che oggi, 300mila persone, ma in realtà una fetta molto più grande di popolazione italiana vada dietro ad un comico. E’ preoccupante che la gente abbia più fiducia a chi di mestiere fa ridere, piuttosto che a chi di mestiere fa andare avanti (o indietro, dipende dai punti di vista) questo Paese.

La verità è che la gente, nel suo dissennato sperare, si attacca al primo venuto, al primo tanto ricco da potersi permettere determinati eventi (Grillo ora, Berlusconi prima, tempi addietro chissà chi). La verità è che non sanno/sappiamo più a cosa appigliarci per poter vivere dignitosamente.

Update: nota in calce riservata ai giornalisti. Ieri sera guardavo i tg – sottolineo che lo faccio solo quando sono a casa di altri – e sono rimasto molto colpito dalla completa assenza di criticità da parte di tutti i giornalisti dei vari tg. Possibile mai che si riportino le parole dei vari politici in modo così asettico? Possibile che non si voglia commentare questo evento?
Mi è stato detto che non lo fanno per via del codice deontologico. Bene, benissimo. Ma cari giornalisti, usate questo benedetto codice deontologico solo quando vi conviene? Quando invece dovete creare un caso, o quando dovete accusare o sputare fango sulle persone senza averne prove certe questo stra-benedetto codice deontologico lo riponiamo in un cassetto?

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