Ieri sera sono stato a Tropea.
Stanco della vita reggina (di cui parlerò in un prossimo post sulla movida calabro/reggina) ho deciso di passare una serata diversa.
A parte un pò di panico per la scarsa segnaletica stradale sulla strada nazionale (ma questo succede anche nel mitico salento), appena si entra nel cuore di tropea si viene investiti da un’ondata di gente e di energia positiva che non può non lasciarti estasiato.
Tropea, assieme a Soverato, rappresenta il top del turismo calabrese. Nel bene e nel male.
Passeggiando per le stradine della cittadina del vibonese, si trovano un’infinità di botteghe che vendono articoli di ogni genere: dall’artigianato locale, alle magliette con scritte divertenti, passando per una miriade di posti dove mangiare.
Da un frappè ad un vodka e redbull, passiamo ad ammirare l’isola di Tropea, che giusto ieri sera ho scoperto non dipendere direttamente dal comune tropeano (le solite storie paradossali).
Tornati indietro, girando per gli stretti ma mai troppo angusti vicoli, giungiamo a “La munizione“. Ed è qui che tutta quell’energia positiva si concentra in uno spazio alberato, con vista panoramica, barman che servono cocktails ai ragazzi. Una vera chicca dove sicuramente dovrò tornare a breve !!
Giudizio positivissimo.
Tropea mi è parsa una sorta di isola felice, da un punto di vista turistico, non ho visto troppa polizia nè carabinieri disturbare per il volume eccessivo della musica, il che consente ai ragazzi di divertirsi come avviene nelle [terribili] spiagge del nord [altresì dell’emilia romagna].
Tropea è la dimostrazione che basta quel minimo di senso turistico per poter sfondare.
Reggio Calabria, almeno finora, non mi ha riservato queste sorprese, forse a causa della monotonìa delle serate reggine o all’esclusivismo rappresentato dai lidi.