Il precariato della moralità

Scrivevo [circa un mese] come il precariato fosse prima di tutto uno status ed una questione di dignità.

La mia tesi era, ed è, che il precariato fosse soprattutto quella particolare situazione nella quale si ritrovano la maggior parte dei lavoratori-cittadini, che li porta inevitabilmente a sottostare a qualsivoglia angheria, pur di poter lavorare.

Ieri sera guardavo Ballarò e sono rimasto colpito dal servizio nel quale il giornalista ha intervistato due genitori che avevano accompagnato la figlia 15enne ad una scuola di moda.

A domanda diretta su cosa ne pensassero se eventualmente la loro figlioletta venisse invitata ad Arcore e decidesse di andarci, i due rispondono che sarebbero daccordo perchè pur di avere un lavoro, pur di guadagnare 7mila euro in una serata. Concetto, questo, che ritorna in tutte le interviste (tranne forse una, di una ragazza illuminata – e non parlo di quella intervistata alla convention del pd sulle donne), dicevo ritorna in tutte le interviste fatte ai ragazzi proprio fuori dalle discoteche milanesi.

Mi chiedo: ma come può un genitore acconsentire che la propria figlia si prostituisca ed entri in certi giri, per 7mila euro?

Mi chiedo: ma come può una ragazza acconsentire a prostituirsi per una serata ad Arcore o in qualsivoglia altro party.

Dov’è finita la moralità di questo paese? Non abbiamo più un’etica? Non sappiamo più cosa voglia dire avere una dignità.

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