Il caso dello scudetto 2006 scoppiato in questi giorni, in seguito all’incriminazione dell’inter per illecito sportivo, e’ senza ombra di dubbio un esempio pratico del disastro burocratico-decisionale nel quale versa questo paese.
A distanza di cinque anni, si scopre che effettivamente le indagini non furono condotte in modo completo ed esaustivo. Ed allora, se da un lato capisco poco il motivo per cui la procura di napoli si ricorda di collaborare con quella sportiva solo oggi, dall’altro, capisco ancora meno come il destino e la credibilita’ del nostro calcio possa essere nelle mani di personaggi come Abete (lo stesso che voleva puntare sui vivai e poi fa approvare una norma per la quale ogni squadra puo’ acquistare due extracomunitari).
Un fatto indiscutibile e’ che sia la juve che il milan siano state giustamente punite – e ne abbiano pagato le conseguenze fino ad oggi.
Un altro fatto altrettanto indiscutibile e’ che l’inter si e’ arricchitta, sia a livello di palmares, sia a livello economico, grazie soprattutto a calciopoli ed alle condanne alle due societa’ di cui sopra.
Il problema e’ che in un paese dove i cittadini hanno il calcio marchiato a fuoco nel proprio dna, o sei tifoso dell’inter o della juve, o sei di sinistra o di destra, esistono solo fazioni e divisioni; oramai agire con raziocinio, (quindi ammettere certe porcate) e’ diventato una questione di fede.
In tutto cio’ a perderci e’ solo il nostro calcio che fa l’ennesima figura barbina agli occhi dei nostri (piu’ quotati) concorrenti europei