Milano

La scorsa settimana sono stato a Milano per un paio di giorni per motivi di lavoro ed è stata occasione per molti spunti di riflessione. Una città sicuramente europea, sotto tanti aspetti; un cantiere aperto in vista dell’Expo con costruzioni molto europee: la torre Unicredit, il più alto grattacielo d’Italia progettato da César Pelli, è davvero affascinante, soprattutto perchè affiancato da un classico esempio di architettura eco sostenibile (vedere alberi piantati sui grattacieli ti dà veramente delle strane sensazioni).

Poi, però, giri per la città, ti confronti con varie realtà e le persone che la vivono e scopri che, come spesso accade, non è tutto oro ciò che luccica.
Appena arrivato a Milano, esco dalla stazione e scopro che un ragazzo di 23 anni (se non sbaglio) si è suicidato buttandosi sotto la metro. Provo subito grande tristezza per questo gesto ma, parlando con la tassista che mi porta in ufficio ed alcuni miei amici, scopro che per loro è più un fastidio, per il disagio causato da questo estremo gesto.

Questo modo di vedere la vita, questo modo di vedere ed interpretare ciò che gli altri fanno, è l’ennesima dimostrazione di una società che ha in definitiva perso la propria bussola. Stiamo sempre più andando verso un modo di vivere dove vengono esaltati i singolarismi e quindi inevitabilmente il distacco della società, facendo probabilmente aumentare il disagio di chi, invece, avrebbe sempre più bisogno di una parola di conforto.

Tristezza

(foto urbanlife)

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