Di Canio ed il saluto romano

E’ scoppiata una polemica mai vista a causa del saluto romano fatto da Di Canio alla sua curva, durante la trasferta di Livorno.
Si sapeva che sarebbe stata una gara a rischio per via delle fazioni politiche delle due curve (di estrema sinistra quella livornese, di estrema destra quella laziale). Onestamente mi sembra l’ennessima montatura dei giornalisti, e dei potenti di turno, su un caso che non sussiste proprio.

Se sono ammesse bandiere comuniste (falce e martello) negli stadi, se sono consentite manifestazioni politiche inneggianti ad un regime, quello comunista, che ha portato tanti dolori quanti quelli apportati dal regime fascista, non vedo perchè un giocatore di pallone – risaputamente istintivo nel suo modo di essere – non possa salutare la propria curva come meglio creda.

Si vuole tenere la politica lontana dagli stadi? Allora si proibisca alla curva livornese o laziale di esporre effiggi inneggianti a regimi che non esistono più –

I metodi? I biglietti nominativi? Ma non facciamo ridere i polli – si inizi a multare le società in questione seriamente e vedrete come le società si impegneranno maggiormente per eliminare i razzisti e la politica dagli stadi facendo tornare, si spera, il bellissimo giuoco del calcio a ciò che era una volta.

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