Sulla riforma della scuola e relative manifestazioni / occupazioni (2)

Recupero dal blog di Alberto, un’interessante dichiarazione di Piero Calamandrei, risalente al 1950 (si parla di scuola pubblica e scuola privata):

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.

Mi fa strano che si potessero esprimere, nel lontano 1950, idee tanto vicine alla nostra odierna realtà.
Sono quasi completamente daccordo con ciò che viene scritto se non per il fatto che la scuola pubblica attuale è ben lontana dall’essere imparziale – quantomeno nel liceo (di cui ho ancora ricordi coscienti) – essendo politicizzata quasi quanto l’università.

In realtà non ho termini precisi per poter esprimere la mia opinione in materia di scuola elementare. So solo che io sono cresciuto con una sola maestra e ne ho un ricordo sublime. E’ anche grazie a lei che sono ciò che sono. E’ vero, la società evolve, ma vorrei anche capire cosa implica per un bambino avere più insegnanti.

A chiosa del problema scuola, due link utili:
1. Il decreto Gelmini (notare che è DL 137 e non DL 133 – come tutti dicono)
2. Il vero DL 133

A seguire parlerò di università – il tema caliente.

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