Il mondo del lavoro e le stranezze di questo stato

Domani sarà passato un anno dalla laurea e guardandomi indietro posso fare tante considerazioni.

Potrei iniziare dicendo che ringrazierò sempre me stesso per aver vissuto l’università in modo alternativo, guardando più alla sostanza, distraendomi da ciò che era richiesto per superare l’esame, concentrandomi sull’argomento in sè, espandendolo fino all’esasperazione. Il mercato del lavoro non ti chiede il pezzo di carta, ti chiede di saper operare ed è questo che in fin dei conti, unito all’esperienza, fa realmente la differenza.

Potrei aggiungere che il mondo del lavoro è davvero strano.
Ho iniziato a lavorare a gennaio come consulente esterno per una piccola software house di Roma (e voglio essere gentile nel definirla software house)*: non esisteva il concetto di “analisi”, non esisteva il concetto di “documentazione”, non esisteva il concetto di “collaborazione”.
Il risultato è stato che, ad oggi, devono ancora pagare una fattura dal mese di maggio (se non faccio male i calcoli si parla di circa 7 mesi di ritardo). In realtà, ho emesso nei loro confronti 3 fatture nel mese di maggio: due di queste regolarmente pagate (a 60gg) ed una ancora dormiente. La motivazione? Sconosciuta.

Ho provato a contattarli tramite mail – nessuna risposta.
Ho provato a contattarli tramite telefono – nessuna risposta.
Ho inviato loro una raccomandata a/r – nessuna risposta.
Li ho fatti contattare tramite avvocato – nessuna risposta.

Non restano che le vie legali.
Peccato che mi si sia lasciato intendere che io questi soldi non li vedrò mai.
Eppure ho regolarmente pagato l’iva allo stato. Eppure ho pagato regolarmente le tasse allo stato.

Interrotto il rapporto, decido di cambiare lavoro* e anche qui i soliti problemi: se e quando ti pagano, si parla sempre di minimo 60 giorni.

La mia ragazza lavora in nero, viene pagata regolarmente a fine giornata senza sgarrare.
Io lavoro con contratto, a partita iva, pago le tasse, pago l’iva, ma non vengo pagato (e quando succede, ripeto, sono sempre tempi molto molto dilatati).

C’è qualcosa che non torna in questo stato, non credete?
Non è un problema di crisi o di mancanza di fondi: ciò che vedo è che molti stanno usando il “fattore crisi” per pararsi un pò il culo. I soldi ci sono, peccato siano usati male, che i soliti noti se li mangino per cui il tutto si ritorca sul sistema.

A me pare, più che altro, che lo stato mi costringa a fare il dipendente di qualcuno, sebbene io abbia il diritto di poter avere un sogno e cercare di realizzarlo. A me pare che lo stato mi stia invitando a comportamenti sempre più illegali, sconfinanti anche nel lavoro in nero. Cioè fatemi capire: io lavoro, rispetto le consegne, ma non vengo pagato. Dov’è il tassello mancante?

*: su consiglio del mio avvocato di fiducia, evito di fare il nome, sebbene sia facilmente recuperabile nel caso in cui sarete bravi ad imboccare la strada giusta

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