Scilla: un esempio di “turismo” in Calabria

Sono calabrese e come tutti i calabresi sono attaccato alla mia terra [forse in modo minore rispetto a quanto non lo siano i sardi]. Tuttavia è d’obbligo dire certe cose, perchè hanno dello scandaloso.

Nella provincia reggina esiste un posto splendido, incantevole, quando ci si arriva, dall’a3 si può ammirare uno spettacolo unico al mondo: lo stretto di messina ed il magico castello di scilla che sovrasta tutto. Ineguagliabile.

Un posto del genere potrebbe essere potenzialmente una miniera d’oro, peccato sia gestito dai reggini.
In passato, e stiamo parlando degli anni ’90, tutti e dico tutti i ragazzi reggini andavano a scilla perchè era indiscutibilmente una delle spiagge più belle di tutta la costa tirrenica reggina. Poi vennero le strisce blu e i visitatori calarono (un pò come avviene a Caminia nel catanzarese).

A Scilla c’è anche un porto turistico, ben organizzato (ma sicuramente non grazie al Comune di Scilla). Ieri ho cercato di raggiungerlo, invano. Invano perchè a fine giugno il Comune ha dato inizio a dei lavori e nelle migliori delle tradizioni reggine-calabresi-italiane ha lasciato i lavori non terminati con conseguenti cantieri aperti ed un traffico pazzesco.

In qualsiasi altra parte del mondo, lavori di questo tipo si sarebbero programmati nei mesi invernali per poter giungere pronti ad accogliere i turisti nel periodo estivo. A Reggio Calabria e provincia no, qui si pensa a fregarli i turisti non a farli innamorare. E questo, ahimè, è sempre più un dato di fatto.

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