Considerazioni sparse su Italia-Serbia (1): lo stato italiano

Volutamente, sono passati un paio di giorni prima che io scrivessi qualcosa relativamente ai fatti di Italia-Serbia. Essendo coinvolto emotivamente con le questioni legate allo stadio, non volevo essere trascinato dall’emotività nelle mie considerazioni.

Dividerei i fatti in 3 aree (e quindi 3 post): stato italiano, giocatori serbi, giornalisti RAI.

Lo stato italiano ha più colpe in tutta questa faccenda.
Non è ammissibile limitare la libertà delle persone/tifosi nell’andare allo stadio a meno di avere la tessera del tifoso, e poi consentire ad una manica di teppisti di entrarci senza essere perquisiti.

Non è ammissibile che si devasti una città e non si arrestino i fautori di tali distruzioni e, in più, gli si consenta anche di andare allo stadio.

Non è ammissibile che una qualsiasi persona possa stare oltre 20 minuti seduta su una balaustra a tagliare la rete metallica del settore ospiti con una tronchese e nessuno faccia niente – in altre situazioni, trasferte varie a cui ho partecipato, i poliziotti non hanno esitato a caricare (in primis le ragazze) – ma, forse gli slavi fanno più paura.

In aggiunta, ci stiamo facendo prendere per il culo dal governo serbo ma, questo, forse è anche quasi scontato visto che siamo governati da politici ridicoli.

Se i serbi fossero arrivati in forze, il giorno dopo ci saremmo potuti svegliare con le loro bandiere issate sui nostri palazzi istituzionali 😉

Ieri sera, poi, mi è capitato purtroppo di vedere uno spezzone di porta a porta dove erano presenti maroni e veltroni (tra gli altri). Il ragionamento del ministro, a spiegazione di quello che è successo, era fondamentalmente legato al fatto che lo stadio di genova non possedesse le zone di pre-filtraggio per cui, implicitamente, se ne deduce che marassi non sia a norma di legge.
Com’è possibile, quindi, che si giochino partite di campionato e partite internazionali?

Si parla tanto di tornelli, biglietti nominativi, tessera del tifoso quando, in realtà, la questione è una sola: le leggi si devono far rispettare anche di fronte a perdite pecuniarie enormi

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