Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da molti avvenimenti che, a parte le escort del presidente, hanno fortemente scosso l’opinione pubblica italiana: mi viene da pensare sia alle rivolte in nordafrica con il conseguente rischio immigrati [rifugiati], sia al tremendo terremoto che ha colpito il Giappone.
Uno dei punti cardine di questo governo è sicuramente il tentativo di darsi un piano energetico grazie alla costruzione di alcune centrali nucleari sul territorio nazionale. Il sisma che ha colpito il giappone ed i conseguenti danni provocati agli impianti giapponesi, ha creato una ridda di dichiarazioni di politici e scienziati che, a vario titolo, si pongono pro e contro la creazione di nuove centrali sul nostro territorio.
Credo che gli ultimi fatti debbano farci riflettere.
La domanda che dovremmo porci è: dobbiamo imparare dall’esperienza??
Cerco di spiegarmi.
Abbiamo davanti due alternative: costruire le centrali nucleari, fregandocene della storia recente, investendo [tanti] soldi sperando di avere un ritorno energetico considerevole (sebbene si parli di un 4% di produzione interna); in alternativa, potremmo pensare di rivedere completamente il nostro modo di vivere. Potremmo pensare che sia meglio rivedere come noi utilizziamo le risorse a nostra disposizione, invece di effettuare azioni di boicottaggio di questa o quella compagnia petrolifera.
Ha senso utilizzare l’auto sempre e comunque anche per brevi spostamenti?
Ha senso tutto questo spreco d’acqua?
Ha senso mantenere sempre accesi elettrodomestici e luci?
L’esperienza del giappone, l’esperienza dei paesi del nordafrica, dovrebbe servirci per capire che forse è giunto il momento di cambiare radicalmente il nostro stile di vita.
La germania lo sta facendo, ma lì c’è una classe politica ben diversa dalla nostra (anche e soprattutto per estrazione culturale).
Infine, una battuta sarcastica.
Sarà forse il caso di evitare di nucleare in questo paese? Ogni qualvolta affrontiamo l’argomento succede qualche catastrofe epocale (e sempre a ridosso di un referendum). Ricordate Chernobyl?