Sony: pessima gestione ecommerce

Il mio DELL sta morendo e, dopo solo due anni, è davvero una pessima notizia.
In linea generale, il customer care della DELL è stato sempre impeccabile, il problema è nella componentistica generale del notebook che è di pessima qualità (ho cambiato due volte tastiera, il monitor e la scheda video hanno iniziato a fornire segnali di cedimento dopo soli 16 mesi di utilizzo, i piedini in gomma li ho persi dopo un paio di mesi).

Decido quindi di tornare al caro vecchio Sony Vaio – che ancora è lì, anzianotto, ma funzionante ed integro (pur essendomi *caduto* a terra almeno una volta).
Mi collego allo store Sony e configuro un sony vaio serie SB, giunto al carrello scopro a malincuore che il prodotto non è più disponibile. Il sistema mi propone di contattare il customer care o, in alternativa, posso scegliere un orario da un gradevole calendario, per far sì che sia la Sony stessa a telefonarmi.

Scelgo di essere contattato ieri pomeriggio tra le 14 e le 15 ma, quasi scontato, non ricevo alcuna telefonata. Vista l’urgenza, contatto direttamente il customer care: dopo un’attesa di circa 15min, perchè l’operatore non riusciva a capire per quale motivo il sistema non dava disponibilità, scopro che non sono più disponibili CPU e RAM e che dovrò aspettare almeno un’altra settimana.
Poco male, a me serve il notebook, chiedo di poter bloccare l’ordine pagando anticipatamente, ma l’operatore mi risponde che non è possibile farlo.

Delle due l’una: non capisco perchè il sistema non spieghi all’utente/cliente per quale motivo non si possa portare a termine l’ordine. Capisco anche meno per quale motivo io non possa bloccare l’ordine – con questa politica, la Sony rischia di perdere clienti. Non credete?

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Schettino uno di noi

Schettino Comandante della Costa Concordia

In questi giorni c’è un processo mediatico in corso, come spesso avviene in questo psicotico paese. I media hanno trovato il loro colpevole per la disgrazia della nave da crociera Costa Concordia: si chiama Francesco Schettino. Gli italiani non se lo fanno ripetere due volte, parte la ridda all’accusa, a trovare la “notizia” ovunque essa sia (non so, ad esempio TGCom dice che Schettino sia scappato dalla nave in compagnia di Francesca Rettondini o di una generica bionda, come se la cosa potesse cambiare i fatti o aggiungere una verità).

Voglio provare a fare un ragionamento, estremo per carità, ma comunque un ragionamento.
In cosa, questa persona, si differenzia dall’italiano medio? Quello, per esempio, che parcheggia in doppia fila per andare al tabacchino a 200mt da casa; quello, per esempio, che crede e vive in funzione dell’assistenzialismo statale (rubando, perchè di questo tratta in tanti casi, i soldi allo stato stesso).
In cosa si differenzia da un italiano medio che trova il posto di lavoro grazie alla raccomandazione, di questo o quel parente, di questo o quel politico del proprio paese d’origine?

In cosa, Schettino, si differenzia da tutti quei politici che siedono quotidianamente sugli scranni del Parlamento, rubano – perchè di questo si tratta – i soldi a noi italiani e conducono tranquillamente la propria esistenza alto-locata mentre la povera gente non riesce spesso ad arrivare a fine mese?

Beh, io credo che la storia della Costa Concordia rappresenti bene uno spaccato dell’Italia, quello spaccato, però, che ci piace tenere nascosto, perchè fa più figo parlare delle eccezioni (il ragazzo che riesce piuttosto che il ragazzo emigrato che ha successo), piuttosto che guardare criticamente a ciò che avviene nel nostro paese.

In fin dei conti, per l’ennesima volta, ci rendiamo conto di come ciò che dovrebbe essere la normalità, sia diventato eccezionalità: mi riferisco al caso del comandante De Falco che è diventato tema di esaltazione del suo eroismo su twitter – ci stupiamo proprio perchè, come scrivevo prima, siamo circondati da storie di persone [magari la minoranza, ma ci credo poco] che stanno mandando in rovina l’Italia.

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Omertà

Omertà

Giovedì sera ho guardato Piazzapulita in tv: argomento trasversale a tutta la trasmissione, il voto della camera contrario all’arresto dell’On. Cosentino.
Il servizio di Sortino mi ha particolarmente colpito: continuo a vedere servizi dove i giornalisti si recano nei paesi assediati da ndrangheta e camorra, perseverando in quella pseudo inchiesta, fatta di interviste ai cittadini. Domanda ricorrente: “ma qui c’è camorra?”

Mi domando: ma qual è il senso di continuare a porre queste domande? Perchè mettere in difficoltà chi veramente “resta” e vive la quotidianità di certe realtà?
Volete fare una versa inchiesta? Perchè non provate ad aprire un’attività per un mese filmando tutto ciò che succede? Perchè, semplicemente, non riprendete la quotidianità di questi posti, limitandovi a raccontare ciò che vedete?

(la foto è “presa” da blog sicilia)

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2012

2012

Il 2012 è alle porte.
Va via un anno che, al contrario di ciò che sento in giro, è stato intrigante ed appassionante ed ha visto il coronamento di un sogno nella sua parte finale.

Il primo quadrimestre è stato un pò faticoso, iniziare un’attività pura da freelance non è mai semplice, ma sono riuscito a districarmi sufficientemente bene.
Abbiamo perso qualche “pezzo” [importante] per strada, ma assieme a Danilo, Domenico e Marco abbiamo fondato Evermind.

Non posso prevedere il futuro, ma come ho sentito dire all’xmas dinner degli indigeni digitali, ho senza ombra di dubbio trovato un motivo per svegliarmi presto la mattina.

Sono sempre stato piuttosto “dormiglione”, famoso per fare le ore piccole la notte [lavorando], e svegliandomi tardi di giorno. Quando ero consulente in INPS arrivavo sempre fuori orario (diciamo verso le 10), adesso vi sembrerà strano, ma alle 8 sono già in piedi, attivo, già al lavoro – segno che Evermind è ciò che stavo cercando da tempo.

Sarà un anno appassionante, non vedo l’ora che inizi!

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Consulenza: il cliente non ha sempre ragione

Il “mercato” web, da non confondere con il mercato del pesce (molte web-agency hanno ancora qualche dubbio in merito), è in continua evoluzione: sempre più persone capiscono le potenzialità di questo canale di business per cui decidono di realizzare il sito web personale o della propria azienda.

La parte di accounting (passatemi il termine) è molto complessa, perchè se a portarla avanti non è un esperto del settore o anche solo una persona che abbia una certa idea di come funzioni il mondo web, si rischia di “andare sotto” al budget del progetto o di vendere funzionalità molto complesse da realizzare, quindi sotto-dimensionando la rilevanza di ciò che si propone.

Questi sono problemi classici, che però non vogliono essere il tema di questo post.
Voglio piuttosto concentrarmi sulla sottile linea che divide chi fa ciò che il cliente vuole e chi invece riesce nell’intento di fornire una vera consulenza.

Partiamo da quanto scrive Alessandra Colucci sul suo blog:

Se un’organizzazione o un professionista si rivolge a un consulente o a una agenzia è (o dovrebbe essere) spinto dalla consapevolezza di averne bisogno per il fatto che non possiede le competenze necessarie per provvedere da solo a delineare e implementare le opportune strategie per raggiungere gli obiettivi che si è prefissato [esattamente come nel caso di medici e avvocati].

Esistono varie tipologie di clienti; nella mia vita professionale mi sono interfacciato con almeno due di loro:

i clienti che pensano di saper sviluppare un sito perchè in passato hanno usato Dreamweaver o FrontPage e quindi si sentono in diritto di mettere bocca su tutto;
i clienti che tirano sul prezzo di ogni singola virgola;

La prima tipologia è quella più pericolosa, perchè saccente e presuntuosa; una tipologia di persone/clienti che credono di poter decidere cosa sia meglio o peggio senza ascoltare il consiglio di chi lo fa per professione. Un pò po’ come quando si va da un medico, riceviamo la ricetta per delle pillole per il mal di testa e di nostra sponte decidiamo che lo stesso mal di testa sia provocato da altro, per cui assumiamo medicine che, magari, si rivelano veleno.

La seconda tipologia, invece, è quella che non capisce che creare un sito web o una web application, non è nelle capacità di tutti. Noi siamo gli artigiani del duemila: affidarsi alle web agency che vendono siti web a 500 euro o agli amici che te lo fanno gratis, è un pò come comprare la cucina in quei mobilifici sotto marca dell’Ikea.

In entrambi i casi, per la troppa foga di vendere o per la poca personalità/esperienza nel far capire al cliente quale sia la strada migliore da seguire, rischiamo di perdere il nostro ruolo di artisti/artigiani, in favore di uno status che potrebbe diventare anche controproducente. Difatti la domanda da porsi è: una volta terminato il lavoro, è degno dell’immagine della mia azienda o della mia attività da freelance?

Se la risposta è no, beh, allora abbiamo fatto davvero un pessimo lavoro.

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La crisi

Ieri mi sono concesso un’ora in giro, all’aperto, non lo facevo da chissà quanto tempo (ed oltretutto mi è pure sembrato strano farlo).
Comunque, girando per le strade di san lorenzo di giorno, c’era la banda che suonava, le bancarelle, c’era una moltitudine di gente e di venditori (la gran parte, ovviamente, non italiani).

Beh, mi ha colpito che sentivo molti lamentarsi delle pensioni, della scelta di monti di posticipare la data di pensionamento.
Mi ha colpito vedere bancarelle di italiani con cartelli del tipo “questo negozio sta chiudendo a causa di monti”.

Domanda, forse banale: ma dov’erano queste persone negli ultimi 20 anni? Dormivano? Adesso la colpa è di Monti – lungi da me difenderlo, ma gli italiani dovrebbero imparare ad aprire un pò gli occhi

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CNN lancia il progetto ECOSPHERE

Leggo dal sito dei ragazzi di socialmediamarketing, che la CNN ha creato il progetto ECOSPHERE, nell’ottica della conferenza di Durban.

Ecco il video di presentazione del progetto:

Sostanzialmente si tratta di aggregare realtime i tweet con hashtag #COP17 per monitorare le discussioni intorno alla conferenza sui cambiamenti climatici di Durban.

Traggo dalla pagina di socialmediamarketing:

Una volta fatto il tweet con l’hashtag #COP17, questo verrà incluso in una pianta che crescerà a seconda di quanto intensa è la discussione sul cambiamento climatico nelle varie regioni del mondo, in modo da mostrare dove questo tema è più sentito.

L’Ecosphere sarà poi portata a Durban (la conferenza è partita il 28 novembre e terminerà il 9 dicembre) con un’installazione olografica in 3D.

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Ministro degli Esteri Giulio Terzi apre un profilo Twitter

Oggi il ministro degli esteri Giulio Terzi ha aperto un profilo su twitter.
Manca il bollino blu, che Twitter utilizza per certificare gli account di personaggi pubblici / riconoscibili, però se fosse vero e ci fosse uno staff dietro questo profilo, sarebbe davvero una bella prova di comunicazione digitale da parte del nuovo governo.

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Italian Agile Day 2011

Stamattina io ed Andrea siamo stati all’Italian Agile day, qui a Roma.

Purtroppo ho potuto partecipare solo alle sessioni della mattina: nonostante il poco tempo dedicato, mi è sembrato tutto molto ben organizzato. Oltretutto c’era tantissima gente, non solo di roma, anzi, tantissimi venivano da fuori …
Molto ben fatti tutti i 3 talk cui ho partecipato, voglio segnalare i primi due, per ragioni diverse:

Back to Basics: OOP and Design di Paolo Polce uno dei più bei talk cui ho assistito negli ultimi anni: sia per la leggerezza con cui Paolo ha spiegato alla platea argomenti anche piuttosto articolati, sia per la sua simpatia. Davvero molto istruttivo

Is Software Evolution really Effective? di Francesco Cirillo: questo è stato un talk davvero molto tecnico, nel quale si sono affrontati molti dei punti del ciclo di vita del software. Purtroppo sul finire, su una battuta di Francesco (sui professori che spiegano l’Agile su libri fondati su principi Solid), c’è stata una mezza diatriba con un signore seduto in aula (presumibilmente un professore) – davvero stucchevole.
In generale, però, quello che non è mi piaciuto è stato che potenzialmente poteva essere un gran bel talk, però ha fallito le attese dei presenti (o forse, le ha solo fraintese), non ha spiegato in che modo si possa ripulire il codice dagli if inutili.

Ho anche un dubbio, che però non ho avuto modo di derimere parlando direttamente con Francesco (che è stato letteralmente assediato alla fine dello speech): ci si è molto soffermati sull’eccessivo costo di un app per iphone, sebbene i requisiti fossero davvero banali. Beh, si è tenuto troppo in conto che il costo dipenda solo ed esclusivamente dall’experience del team che lo sviluppa – il costo, in generale, è una serie di fattori di natura diversa, non ultimo il valore che il brand vuole trasmettere sul mercato (il che spesso si traduce in un aumento dei costi delle varie soluzioni).

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Guerre di potere

Giorni convulsi.
Per l’ennesima volta, in concomitanza con una crisi economica, la classe dirigente di questo paese, sia essa di destra o di sinistra, non riesce ad uscirne integra, non riesce a realizzare un programma serio e strutturato, per cui inevitabilmente viene a cadere.

Era già successo in passato e sicuramente succederà anche in futuro – è una pratica tutta italiana, come se l’avessimo scolpita nel nostro DNA.

In più, assistiamo ad una guerra tra deleritti attaccati al potere ed alle poltrone, bestie inferocite senza alcuna etica nè rispetto verso il popolo: parlano di elezioni anticipate, adducendo motivazioni democratiche, in un paese ben lungi dall’essere democratico. Peccato che proposte del genere vogliano mirare solo ed esclusivamente ad obnubilare la capacità critica della loro base elettorale – vero unico motivo di preoccupazione.

Personalmente, non posso condividere la strada che stiamo percorrendo, una strada che ci porterà a perdere la nostra sovranità nazionale, in favore di istituti decisi a tavolino dai *veri* potenti (leggasi UE, leggasi BCE), come daltronde sta accadendo in Grecia.

Mi si dirà che tutto questo mio scrivere può rientrare nel concetto di “polemica spicciola”: beh, sicuramente vorrei aprire un dialogo, capire cosa voglia veramente il popolo; sicuramente, vorrei non vedere più politici al governo del calibro di pisanu maroni (giusto per citare due che, anche grazie alla tessera del tifoso, hanno spianato la strada alla censura ed alla limitazione della nostra libertà).

Voi, il futuro, come lo vedete: una promessa o una minaccia?

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Il realizzarsi di un sogno

Evermind - http://www.evermind.it Quando sei piccolo hai mille sogni sul tuo futuro, spesso derivanti un pò dalle persone che ti circondano. Magari tuo padre può trasmetterti la passione per la sua passione, magari è uno zio, magari una delle donne della famiglia.
Purtroppo non tutti hanno la “fortuna” di poter realizzare questi sogni. Venerdì pomeriggio il mio si è concretizzato: devo dire che le sensazioni sono state strane. Incredulità per aver raggiunto un traguardo più volte sfiorato in passato, sentirsi spaesato ed allo stesso tempo felice.
Oggi mi sento elettrizzato, c’è tanto tantissimo da fare, ma sono sicuro che nè a me nè ai miei compagni di viaggio mancherà la voglia di fare! 🙂

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Crisi europa

Il nostro premier ci dice che la colpa della crisi che stiamo vivendo è colpa del fatto che Atene abbia annunciato un referendum per accettare o meno gli aiuti della UE.
Bene.

Ora, questa è l’inevitabile conclusione di una comunità [economica] nata non per volere dei popoli, bensì per quegli stessi personaggi che oggi si prestano soldi vicendevolmente (banchieri in testa).
Mi chiedo: ma se io fossi greco (e domani potrei chiedermelo da italiano molto presto), perchè dovrei accettare di essere acquistato da altri stati, quando posso benissimo fallire (che poi dovrebbero spiegarci *chiaramente* cosa voglia dire) e re-iniziare con la mia cara vecchia dracma (o lira?)

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searcheeze: un esempio di ricerca collaborativa

usa Searcheeze e vinci un IPhone4s

Quanti di voi hanno già sentito parlare di Ibrii?
Quanti di Searcheeze?

Sapete cos’è la content curation? Cercherò di spiegarvelo in poche parole.

Tutti usiamo google per effettuare ricerche, ma quali alternative avete per salvare un link (un sito, chiamiamolo come preferite) interessante? I preferiti? mh, una scelta soggetta a molte problematiche, non ultima questa: cosa succede se cambiate PC, siete ad esempio a lavoro e vi serve proprio quel sito?

Una scelta alternativa, oramai non più troppo valida, potrebbe essere delicious che, però, fa URL curation: vi consente di salvare tutti i vostri link di interesse all’intero di un sito web, per poi condividerlo con un network di persone che riteniamo affini per interessi o, che magari, lavorano con noi.

Già meglio, eh 🙂

Searcheeze, dal mio punto di vista, è la scelta definitiva: grazie ad un semplice drag&drop, sarà possibile salvare i nostri link interessanti all’interno di collection, per poi successivamente invitare altri membri (colleghi, amici, familiari) a condividere con noi quel sapere, ed eventualmente integrarlo con altri siti di simile interesse. Questo conduce alla creazione di miriadi di giornali (altresì chiamate collection) tematizzate, curate dagli utenti, la cui rilevanza, quindi, è sicuramente notevole rispetto ai risultati forniti dai motori di ricerca.

Un’ultima chicca: il team di evermind si è occupato dello sviluppo grafico del look&feel di Searcheeze e della pagina contest 🙂

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Addio a Dennis Ritchie

E’ risaputo che viviamo in una società dove il vero business è quello del “apparire” – e quindi è lapalissiano che tutti i giornali ed i blogger abbiano dato grandissimo risalto alla morte di Steve Jobs e abbiamo praticamente tralasciato quella di Dennis Ritchie, avvenuta quasi una settimana fa.

Credo che tutti gli studenti di informatica o ingegneria informatica abbiano letto almeno una volta il libro riportato nell’immagine sopra: senza Dennis Ritchie non ci sarebbe stato [probabilmente] il C ed Unix, conseguentemente non saremmo potuti arrivare ai moderni linguaggi di programmazione.

A me piace ricordarlo così:

At the same time, much of it seems to have to do with recreating things we or others had already done; it seems rather derivative intellectually; is there a dearth of really new ideas?

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stronzi sono stronzi, manifesta anche tu il 15 ottobre 2011

Ieri si è consumato l’ennesimo scempio in questo paese che ci porterà, probabilmente, ad ulteriori mesi di nullafacenza e di stasi, tutti concentrati sul gossip di questo o quel personaggio, sulle intercettazioni si o no, sul problema della giustizia; tutti temi che, con rispetto parlando, non ce ne fotte un cazzo di sentire.

I problemi sono altri, ed i signori nella foto rappresentano quanto di male offre la nostra attuale classe politica.
Si presentano in tv con sorrisi a 50 denti (perchè anche i loro denti sono finti), ci fanno tante belle promesse fumose, parlano del nulla, discorsi senza contenuti, spot elettorali.

“Fateci governare” dicono quelli del PD.

E per quale ragione? Per portare al governo un partito che non riesce a tenere a bada nemmeno 5 deputati (oltretutto candidati da veltroni) ?!

E l’alternativa quale sarebbe? Il partito di berlusconi?
Sel? che si allea con il PD?

No basta, basta con questi partiti politici, basta con questa classe dirigenziale, basta con questa gente over60 che non ci rappresenta.

Vieni anche tu a manifestare oggi a roma – piazza della repubblica ore 14! (dove spero di non vedere bandiere politiche perchè sarebbe davvero molto triste)

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Htc Desire Z da Gingerbread a Cyanogen Mod 7 via downgrade a 1.34.405.5

Qualche mese fa ho aggiornato froyo (android 2.2) sul mio htc desire z a gingerbread (android 2.3).
In generale, l’usabilità è aumentata nettamente, tuttavia sono saltati fuori tutta una serie di bug:

  • impossibile visualizzare le ultime foto scattate all’interno della galleria
  • spesso, uscendo da alcune applicazioni, android eseguiva un soft reset, mostrando lo sfondo bianco e la dicitura HTC
  • lentezza nell’apertura degli sms
  • utilizzando la tastiera qwerty, succedeva che premendo B si apriva il browser, premendo G si apriva l’app di gmail, premendo S si aprivano gli sms (con relativi tempi di attesa)

Per tutte queste ragioni e per una generale lentezza del sistema, oggi ho deciso di installare una ROM moddata: la Cyanogen 7 che, a detta di molti, è la ROM più performante (sebbene il look&feel non sia effettivamente paragonabile a gingerbread liscio).
L’operazione non è molto semplice ed in rete esistono una moltitudine di tutorial che, tuttavia, non sempre mi hanno portato alla soluzione definitiva (per poi ogni volta abbandonare l’installazione di CM7).

Questo tutorial vuole essere un merge tra tutti i docs che ho recuperato online e che, almeno nel mio caso, mi ha portato ad installare con success la Cyanogen mod 7 sul mio htc desire z.

Il primo step è riportare la versione del software dalla 1.7x alla 1.34.405.4.

Tramite la guida a href=”http://www.dolen.org/2011/08/rooting-htc-desire-z-gingerbread/”>Rooting HTC Desire Z Gingerbread su pragmatico, ho scaricato, copiato ed eseguito i file fre3vo e misc_version. Exploitato il cellulare ed ottenuti i permessi di root, ho scaricato la Stock Rom dal link presente su pragmatico, dopodichè ho iniziato a seguire le indicazioni del tutorial HTC Desire Z: Rooting sul wiki cyanogen

Il secondo step, quindi, è stato quello più delicato perchè, tramite la shell del cellulare ed il comando ADB, mi ha consentito di effettuare il vero e proprio downgrade del software.
In realtà non tutti i passaggi sono stati esattamente uguali; difatti, ho avuto problemi con l’esecuzione del comando:

1
./gfree -f -b hboot-eng.img -y recovery.img

che restituiva l’errore “Error: failed opening input image” – per poi scoprire che comunque era andato tutto liscio.

La guida sul wiki non spiega in modo esplicito tutti i passaggi, ma sottintende un certo grado di conoscenza del comando ADB. In più, quando si giunge al check degli md5, a me risultavano tutti uguali tra di loro, mentre, sempre dalla guida, pareva ci potessero essere problemi.

Il terzo step è consistito nell’installazione di ClockWorkMod Recovery dal market
In un primo momento avevo seguito una strada alternativa, cercando di installare manualmente lo zip contenente CM7, tuttavia, avendo saltato il passaggio “wipe data cache”, il mio htc desire z si era freezato mostrandomi l’immagine sottostante (mi spiace, ma non sono riuscito a trovarne una decente)

CyanogenMod7.

Dopo qualche attimo di panico 😛 ho ripetuto tutte le operazioni ed alla fine, scaricando la ROM direttamente da ClockWorkMod l’installazione di Cyanogen mod7 è andata a buon fine.

L’ultimo step è stato quello dell’installazione delle Google App. Difatti, a causa delle licenze imposte da Google, i ragazzi che distribuiscono la Cyanogen non hanno potuto inserirle all’interno del package zip (e quindi, ad esempio, non sarebbe possibile configurare gli account gmail se non tramite Exchange). Poco male, ho scaricato lo zip dal link presente sul wiki cyanogen, e l’ho installato sempre grazie a ClockWorkMod.

Ora sto ri-sincronizzando tutti i contatti e dati 🙂

ps: non dimenticatevi di fare i backup, a me personalmente non sono serviti, ma almeno psicologicamente aiutano parecchio 🙂

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E’ morto Steve Jobs

Steve Jobs è morto.

(fonte Ap)

Aggiornamento: Apple ha appena confermato, pubblicando sulla sua pagina una gigantografia di Steve Jobs (1955-2011)

Aggiornamento 2: ora che sono passati 10min e dopo lo sfogo per la notizia, vorrei spendere due parole per quest’uomo. Non ho mai apprezzato particolarmente la politica Apple nel corso degli anni, tuttavia non posso non provare profonda tristezza per la morte di Steve Jobs. E’ stato senza ombra di dubbio uno degli uomini che più hanno influenzato e stravolto il mondo con la propria visione della realtà.

Se oggi siamo qui, in un mondo totalmente interconnesso, lo dobbiamo sicuramente anche e soprattutto a lui

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Il mercato degli allenatori

Ieri è stato esonerato l’allenatore del Bologna, oramai ho perso il numero degli allenatori che, a detta dei presidenti, sono stati cacciati per colpe non loro.

L’idea di Peppe di creare una sorta di periodo di mercato anche per gli allenatori, non è peregrina: si eviterebbe la patetica scena di addossare tutte le colpe su di loro quando, spesso, le colpe sono della dirigenza o della poca pazienza.

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La Calabria: tasse di serie A, sanità di serie B

Questa settimana sono stato nella “ridente” Cattolica, paesino tra Riccione e Pesaro ma ancora all’interno della regione Emilia Romagna.

Ero lì per questioni familiari, diciamo, sinteticamente, che un mio parente ha subito un’operazione chirurgica – dopo essere stata in lista d’attesa per 2 anni, ma questo, forse, è un’altro aspetto della faccenda.
Il punto sul quale mi voglio concentrare, è che era previsto che questa operazione potesse essere pagata con il ticket: il sistema ne prevede la possibilità, sulla base del successivo rimborso delle spese mediche da parte della regione di residenza del paziente.

Purtroppo destino vuole che la mia famiglia, alle volte per fortuna, in questo caso per sfortuna, fosse residente in Calabria: ora tutti sanno che la Calabria ha la sanità commissariata e con un buco di qualche spicciolo (miliardi di euro); forse sono meno quelli che sanno che, a causa della sua fama di cattiva pagatrice, i cittadini calabresi non hanno diritto al sistema del ticket come modalità di pagamento, ma devono pagare di tasca propria – preferibilmente cash – almeno nel contesto della sanità Emilia Romagna.

In sostanza, noi calabresi siamo cittadini di Serie A nel momento in cui paghiamo le tasse (che, a livello regionale, sono tra le più elevate), ma diventiamo cittadini di serie B nel caso in cui dovesse capitarci di essere ricoverati in strutture sanitarie esterne a quelle presenti nel nostro territorio di residenza.

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